Le avversità degli alberi ornamentali – La grafiosi dell’olmo

La grafiosi: una malattia che, giunta in Europa dall’Asia intorno al 1920, ha decimato, soprattutto a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, la maggior parte delle specie di olmo presenti sul continente. In Italia la grafiosi uccide quasi il 100% degli olmi adulti. Invece, gli alberi giovani sopravvivono: con la comparsa della grafiosi in Italia l’olmo nostrano (Ulmus minor) è passato da grande albero a piccolo arbusto.

Che cos’è e come si propaga la grafiosi dell’olmo?

La grafiosi dell’olmo è una tracheomicosi causata da un fungo ascomicete: l’Ophiostoma ulmi. Il fungo si propaga nei vasi linfatici della pianta occludendoli e impedendo il trasporto della linfa alle foglie. Ophiostoma ulmi è perlopiù veicolato da scolitidi del genere Scolytus che infestano le piante malate d’estate e, dopo l’impupamento invernale, in primavera sfarfallano spostandosi verso piante sane o parti della pianta ancora sana. Un altro veicolo del fungo sono le anastomosi radicali tra alberi vicini. La malattia è di difficile contenimento in quanto è ormai endemica e onnipresente. Tuttavia, l’andamento stagionale della malattia è dettato all’alternanza di periodi sfavorevoli o favorevoli al patogeno e al suo vettore (per es. estati calde e umide). Inoltre, il fatto che colpisce solo piante adulte non pregiudica la sopravvivenza del genere Ulmus, pur costringendo una pianta di grandi dimensioni ad essere relegata ad arbusto.

Quali sono i sintomi sulla pianta?

In Italia, i sintomi compaiono soprattutto verso giugno e consistono in un improvviso cambiamento di colore delle foglie che tendono al rossastro e si manifesta prima sulle parti più periferiche della chioma e in un secondo momento internamente. In seguito le foglie tendono a seccare e infine i rami tendono a disseccare e a piegarsi ad uncino alle estremità. Se si scorteccia una branca o un ramo si noteranno delle striature longitudinali brunastre appena al di sotto della corteccia. Molto spesso, soprattutto l’olmo nostrano (Ulmus Minor), quando colpito da Ophiostoma ulmi, muore nel giro di uno o due anni. Quando il fungo passa attraverso anastomosi il decorso della malattia è ancora più rapido.

Tutte le specie di olmo sono colpite da Ophiostoma ulmi?

Ophiostoma ulmi colpisce tutte le specie appartenenti al genere Ulmus, tuttavia non tutte sono colpite con eguale virulenza. Le specie provenienti dall’Asia, da cui proviene anche il fungo ascomicete e i suoi vettori scolitidi, si sono dimostrate più resistenti all’infestazione. In particolare, si è notata una maggior resistenza alla malattia da parte dell’olmo siberiano (Ulmus pumila), dell’olmo cinese (Ulmus parvifolia) e dell’olmo Wilson (Ulmus wilsoniana). Particolarmente suscettibili alla malattia sono invece l’olmo campestre (Ulmus minor, il più comune in Italia), l’olmo montano (Ulmus glabra) e l’olmo ciliato (Ulmus laevis).

Esistono cure?

Purtroppo non esistono cure particolarmente efficaci per questa malattia. La cosa più auspicabile quando si riconoscono gli effetti della malattia in forma lieve è rimuovere le parti infette e bruciarle. Quando le piante muoiono di grafiosi è buona pratica rimuoverle e bruciarle il prima possibile per evitare che facciano da esca per gli scolitidi. Come per molte altre malattie i cui responsabili sono dei funghi, tipo il cancro colorato del platano, si consiglia di disinfettare gli arnesi da taglio prima e dopo l’utilizzo per evitare di trasportare le spore del micete su individui sani, agendo in tal caso come vettori noi stessi.