IL CICLO DELLE PROCESSIONARIE
Le processionarie sono insetti dell’ordine dei Lepidotteri (comunemente farfalle e falene), appartenenti alla famiglia delle Notodontidae. Il loro ciclo vitale è suddiviso in 4 fasi:
- uovo
- larva o bruco (fase giovanile)
- crisalide (fase di trasformazione da larva a farfalla)
- adulto o farfalla
Le larve di processionaria hanno un comportamento gregario, si alimentano con foglie e aghi e costruiscono grossi nidi all’interno dei quali svernano o completano una parte del loro ciclo vitale. I nidi racchiudono centinaia di larve e hanno la forma di noci di cocco, poste all’apice dei rami nella processionaria del pino, mentre nella quercia assomigliano a una grossa bisaccia che può superare il metro di lunghezza.
La processionaria del pino (Traumatocampa pityocampa) si trova su tutte le specie del genere Pinus sp., prediligendo pino nero e pino silvestre, occasionalmente anche sui generi Cedrus sp. e raramente su Larix sp., Picea sp. e douglasia. Durante la stagione estiva, le femmine adulte depongono sui rami più giovani le uova che, alla fine dell’estate, si schiudono; le piccole larve si nutrono degli aghi presenti sui rami e costruiscono il nido all’interno del quale sverneranno. La dimensione del nido varia a seconda della quantità di larve che lo compongono, è di colore bianco e assomiglia a una densa ragnatela. All’inizio della primavera, quando le temperature si fanno più miti, tra marzo e aprile, le giovani larve si svegliano ed incominciano ad uscire dal nido per cibarsi causando forti defogliazioni; una volta mature esse abbandonano il nido e scendono lungo il fusto in processione, formando file lunghe svariati metri e raggiungono il suolo dove si interrano per formare la crisalide. Lo stadio di crisalide dura fino ad inizio estate quando le condizioni climatiche permettono lo sfarfallamento degli adulti.
La processionaria della quercia (Thaumetopoea processionea) si trova sulle specie di quercia a foglia caduca. A differenza di quelle del pino, le larve di processionaria escono dalle uova solo in primavera, causando la defogliazione delle giovani foglie appena emesse; esse si accresceranno fino a fine primavera e costruiranno il nido dove trasformarsi in crisalidi, sui rami delle querce, da dove gli adulti sfarfalleranno a inizio estate.
I DANNI CHE PROVOCANO
I danni provocati dalla processionaria sono di due tipi: alla vegetazione arborea e alla salute umana e animale. I danni alla salute delle piante raramente portano direttamente alla morte degli individui attaccati, specialmente per quanto riguarda le querce. Tuttavia, forti infestazioni possono indebolire la pianta ospite a tal punto da permettere aggressioni di altri patogeni, a volte fatali. Invece, per quanto riguarda i possibili danni arrecati alla salute umana e animale va tenuto conto che nella fase finale di sviluppo, le larve, sono ricoperte da peli urticanti e pericolosi in caso di contatto diretto con esse. Inoltre, questi peli possono disperdersi per il vento e depositarsi sulla pelle e venire respirati. Le reazioni possono essere anche molto gravi, in caso di soggetti allergici, bambini o animali da compagnia.
COSA FARE PER CONTENERE L’INFESTAZIONE
La lotta per il contenimento della processionaria del pino si differenzia a seconda del periodo dell’anno. L’inverno è il momento idoneo alla rimozione dei nidi dalle piante infestate. Questa operazione viene eseguita da ditte specializzate nella cura delle piante ad alto fusto e può essere eseguita con piattaforme mobili o in tree climbing. I nidi rimossi devono essere chiusi in sacchi ermetici e bruciati al più presto.
Questo tipo di intervento elimina la presenza di larve su ogni albero, risolvendo per l’anno in corso il problema della diffusione delle larve nelle aree limitrofe a primavera. In alternativa, a fine estate e in primavera per la processionaria della quercia, possono essere utilizzati insetticidi contro le larve neonate; il prodotto più consigliato è un preparato microbiologico a base di Bacillus thuringiensis var. kurstaki, prodotto selettivo biologico a rapido dilavamento, innocuo per persone, vertebrati e insetti utili in genere. Un sistema complementare ai metodi di cui sopra sono le trappole a ferormoni che vengono collocate sul tronco delle piante da metà giugno per attrarre e catturare le farfalle maschio, evitando così l’accoppiamento. Invece, sparare ai nidi di processionaria è pratica spesso inutile; la tecnica si basa sulla rottura del nido e l’esposizione delle larve al freddo invernale, la sua efficacia è quindi limitata a successivi periodi di temperature rigidissime per molti giorni ed ai nidi più bassi in quanto quelli alti non riescono ad essere investiti dalla forza di tutta la rosa del colpo.
Avete notato nidi di processionaria sui vostri alberi? Non aspettate che si schiudono, chiamate Selva prima della fine dell’inverno per un intervento in sicurezza e risolutivo del problema!